DOTT.SSA ROSA MICALIZZI

Pubalgia

La pubalgia è una sindrome caratterizzata dalla percezione di dolore a livello pubico/inguinale (o sul lato interno della coscia); in genere la causa va ricercata in un eccessivo utilizzo e/o sforzo dei muscoli adduttori della coscia, eventualmente associati a microtraumi ripetuti.

Dato l’elevato rischio di cronicizzazione è molto importante intervenire ai primi sintomi, attraverso riposo ed eventuali farmaci/trattamenti fino a un completo recupero.

Il dolore viene percepito maggiormente durante la contrazione del muscolo interessato e soprattutto al mattino o comunque a muscolo freddo; tende a migliorare con l’attività fisica.

La condizione può tuttavia interessare numerose strutture muscolo-articolari e per questo è in grado di presentarsi con sfumature diverse da un caso all’altro; raramente si presentano poi sintomi extramuscolari, come una sensazione di incompleto svuotamento della vescica (si avverte l’esigenza di fare pipì anche dopo averla appena fatta, il termine medico è tenesmo vescicale).

Durante la gravidanza è molto comune sviluppare pubalgia, a causa dell’aumento di produzione dell’ormone relaxina, che prepara la donna a travaglio e parto favorendo una trasformazione delle caratteristiche delle articolazioni.

Si tratta di un problema non grave né pericoloso, ma sicuramente fastidioso per un organismo peraltro già sottoposto a numerose forme di stress e difficoltà.

Compare in genere attorno al terzo trimestre con una sensazione di fastidio a pube e basso ventre; in alcune donne il fastidio si trasforma in dolore vero e proprio, che spesso è associato a mal di schiena causato dall’aumento di peso del pancione.

La donna in gravidanza può quindi andare incontro a dolore mentre cammina e durante la notte nel rigirarsi nel letto.

A causa della condizione di gravidanza la scelta di eventuali farmaci è ovviamente limitata, ma d’altra parte è raro che il dolore sia tale da richiederne la somministrazione (che deve sempre avvenire dietro consiglio del ginecologo).

La prognosi è in ogni caso ottima, sia per la mamma che per il feto (che non viene minimamente interessato dall’infiammazione), in quanto la pubalgia tende a sparire a seguito del parto senza necessità di cure ulteriori.

La pubalgia richiede tassativamente il riposo, quantomeno dei gruppi muscolo-articolari interessati dal problema; il riposo può andare da 2-3 settimane a qualche mese, a seconda dei casi.

È bene contattare il medico ai primi sintomi dubbi di dolore pubico-inguinale, per la formulazione di una corretta diagnosi e l’impostazione di un’eventuale terapia.